Dopo aver contemplato il mistero della Passione e della Morte di Gesù, la liturgia ci invita a rivivere la sua Risurrezione, dilatando la gioia della Pasqua nel periodo di cinquanta giorni, fino alla Pentecoste.
Nei giorni della Quaresima, il Vangelo di Marco ci ha invitati a rileggere il nostro percorso di fede, facendoci interrogare sull’identità del Cristo: Egli è il Figlio di Dio, come dice la voce dal cielo nel Battesimo al fiume Giordano o durante la Trasfigurazione sul monte Tabor. A conclusione del suo Vangelo, Marco mette questa espressione sulla bocca del centurione, un romano, un pagano, cioè uno straniero, ben lontano dalla fede dell’antico Israele.
Sarà difficile e stupendo, al tempo stesso, riconoscere il Figlio di Dio ormai risorto, trasfigurato sì, nella sua carne immortale. Lo vedremo parlare con noi, lasciarsi toccare, mangiare con i suoi discepoli, assicurando che davvero egli è Figlio di Dio, ormai risorto e vivo per sempre.
Il nostro percorso, che ci ha condotti fin sul Calvario, ora continua per le strade della Galilea ma soprattutto lungo quei sentieri che ognuno di noi è chiamato a percorrere con la propria vita.
Non abbiamo paura se Cristo, anche solo per un istante, viene a sfiorarci con il suo passaggio: lasciamoci infondere la sua Grazia, perché entri nella nostra intimità e lasci che ognuno di noi entri nel suo cuore.