Il Vangelo di Marco apre l’itinerario quaresimale, facendoci fare un piccolo passo indietro rispetto alla lettura continuativa avvenuta nella prima parte del Tempo Ordinario.
Siamo ai primi versetti del capitolo uno, dove viene presentato il “programma”, partendo dall’affermazione che “Gesù Cristo è il Figlio di Dio”. Questo titolo sarà evidenziato nel Battesimo di Gesù al fiume Giordano, con la manifestazione della colomba e la voce di Dio; poi ancora nella conclusione, quando il centurione, un pagano straniero, sotto la croce esclamerà: “Davvero quest’uomo era Figlio di Dio!”.
Tutto il secondo Vangelo si presenta come un itinerario alla scoperta dell’identità di Gesù, da lui stesso celata: chi crede imparerà a scoprire i tratti di questa identità attraverso le parole ed i gesti del Messia, inteso come Vangelo, cioè “buona notizia incarnata”. Solo Gesù può dare la salvezza a chi crede in Lui, non in forma astratta ma nella concretezza della persona.
L’itinerario proposto in questo Anno liturgico B acquista un valore battesimale. Accanto all’apertura del Vangelo di Marco, troviamo il riamando a Genesi, con il racconto del diluvio universale, immagine profetica del Battesimo, che lava ogni umana colpa e restituisce la dignità dei figli di Dio.
A noi viene chiesta soltanto l’adesione nella fede. L’abbiamo già ricevuta con il Battesimo, ore si tratta di riscoprirla e di vivificarla.
Non sembri esagerato allora, se diciamo che il tempo di Quaresima non può essere circoscritto solo ai quaranta giorni precedenti la Pasqua. Quello della Quaresima è un atteggiamento permanente della vita, in attesa di incontrare il Signore, vigilanti nella preghiera, operosi nella carità.